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I dantisti pretendono di leggere in Dante ammirazione per l'impero e per il suo cantore Virgilio e fiducia nella possibilità di raggiungere la felicità attraverso la 'giustizia' nel senso di equità di premi e punizioni (come ancora pensa Giustiniano, per onor di firma e di nome), senza rendersi conto che sia i vangeli sia la Commedia rifiutano e condannano proprio questo atteggiamento.[...] Il Paradiso ripete in netto parallelismo aspetti e caratteri già incontrati in Inferno (e diversamente in Purgatorio), ma con spirito capovolto, ora benevolo, di assoluzione generale. Poiché la misericordia paradisiaca è una conquista difficile e graduale, in paradiso troviamo lo stesso ordine visto in inferno, cioè più in basso quelli che in inferno apparivano come peccati meno gravi, e più in alto, più vicini a Dio, quelli più gravi: sia perché Dio ama i peccatori, sia perché il viator, e con lui il lettore, deve salire per riuscire ad assolvere quelli che gli sembravano peccati più gravi...